martedì 15 luglio 2008

Eluana Englaro, la sentenza.

In questi giorni non si fa altro che parlare del caso "Eluana Englaro", la ragazza in stato vegtativo perenne oramai da 16 anni. Suo papà ha ottenuto qualche giorno addietro l'autorizzazione a porre fine all'esistenza della figlia. Per quanto riguarda il mio personale punto di vista, io ritengo che la Corte di Cassazione (alla quale si rifà il decreto autorizzativo della Corte d'Appello di Milano) si sia espressa in questa materia in maniera impeccabile dal punto di vista tecnico, giuridico e morale.
In medicina si parla di "stato vegetativo perenne" quando, trascorso un anno in cui il paziente non possiede più funzioni cognitive, neanche elementari, ma solo funzioni vitali di base come la respirazione, il ciclo sonno-veglia e la circolazione sanguigna, non esistono più ragionevoli aspettative che il suo stato muti e le sue condizioni migliorino.
Nel nostro ordinamento giuridico non esiste e non è tutelato, al pari del diritto alla vita, un correlativo "diritto alla morte", e dunque non sarebbe possibile parlare di legalità dell'eutanasia (come avviene per esempio in altri paesi nel mondo). Non è questo però il caso di Eluana. La sentenza della Corte ha delineato, infatti, una distinzione tra "vita" e "vita biologica" (in cui rientrerebbe lo stato vegetativo di Eluana Englaro), ritenendo che quest'ultima non vada tutelata a tutti i costi laddove risulti con certezza che le convinzioni personali del paziente volgevano in tal senso.
Impeccabile dal punto di vista tecnico-giuridico, dunque, ed ammirevole dal punto di vista morale, questa sentenza pone la volontà umana, nei confini del regionevole, al di sopra della mera vita biologica.
Sui giornali appaiono quotidianamente dichiarazioni di rappresentanti della Chiesa cattolica in merito a questa sentenza. Titoli come "la vita di Eluana non si tocca" "a Eluana ci pensiamo noi " mi irritano in primo luogo al pensiero che a leggerli ogni mattina sia il padre di Eluana Englaro... Come se lui, la figlia, volesse ucciderla brutalmente, come se per lui questa vicenda non fosse già abbastanza drammatica.
Al di là di questo, vorrei rispondere idealmente alla dichiarazione del presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, secondo il quale non può una sentenza della Corte di Cassazione decidere sulla vita di una persona. Ah no? Sì, certamente, sarebbe auspicabile l'adozione di una legge in merito, ma in assenza di questa, chi dovrebbe essere a decidere? La Chiesa cattolica? Io vivo in uno Stato formalmente laico, e ritengo che una decisione del genere possa e debba essere presa dal più alto organo di un potere indipendente dello Stato. Italiano. Il Vaticano, fino a prova contraria, oltre ad esprimere come tutti noi la sua opinione, non c'entra nulla.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La laïcité : pourquoi ?
La question de la laïcité se situe au centre de l’évolution socio-politique mondiale ; il s’agit de la plus importante avancée réalisée dans ce domaine depuis la Gréce antique. Durant plus de deux millénaires, les religions monothéistes ont interdite toute pensée nouvelle et ont verrouillé toutes les ouvertures vers le progrès. Le développement du concept de laïcité résulte d’un long processus de réflexion commencé dès la Renaissance et qui a mûri en s’accélérant jusqu’à la révolution française.
La liberté ne peut se concevoir autrement que dans le cadre de la laïcité.
La laïcité porte en elle le germe de la tolérance, indispensable ingrédient sans lequel les fanatismes religieux conduisent immanquablement au racisme, au sexisme, à la violence, à la guerre.
La laïcité entraîne également une autre vision du rôle de l’être humain sur terre, écartant les thèses selon lesquelles celle-ci, c'est-à-dire tout le monde végétal et animal, a été mis à la disposition de l’homme par dieu ; elle contribue donc au respect de la nature et en particulier des animaux et d’une manière générale à une approche écologique du monde .
Religions et pouvoirs se sont associés à travers l’histoire au détriment des peuples et de la nature ; les états qui aujourd’hui restent fondés sur une religion ne parviennent pas à instaurer des régimes démocratiques ; les liberté individuelles y sont souvent peu respectées et des dérives totalitaires souvent constatés.
La laïcité ne lèse personne, au contraire elle permet à chacun de vivre selon sa conscience dans le respect des autres.

Jérôme

Anonimo ha detto...

Vi traduco di seguito il commento che mi ha lasciato il mio amico Jérome sulla laicità, così che tutti possiate leggere questo intervento che io ho trovato davvero interessante...

Laicità: perchè?
La questione della laicità si pone al centro dell'evoluzione socio-politica mondiale, si tratta del progresso più importante realizzato in questo campo dall'epoca dell'antica Grecia.
Per più di due millenni, le religioni monoteiste hanno proibito ogni idea nuova ed hanno sbarrato la strada del progresso. Lo sviluppo del concetto di laicità è il frutto di un lungo processo di riflessione che ha origine nel Rinascimento e che si è sviluppato, con una forte accelerazione fino alla rivoluzione francese.
La libertà non può essere concepita che nel quadro della laicità.
La laicità porta in sè il germe della tolleranza, ingrediente indispensabile senza il quale i fanatismi religiosi conducono immancabilmente al razzismo, al sessismo, alla violenza, alla guerra.
La laicità, inoltre, comporta un'altra visione del ruolo dell'essere umano sulla Terra, mettendo da parte le tesi socondo cui questa, ossia tutto l'insieme del mondo vegetale ed animale, è stato messo a disposizione dell'uomo da dio; essa dunque contribuisce al rispetto della natura ed in particolare degli animali, in un approccio ecologico generale del mondo.
Religioni e poteri si sono intrecciati nella storia a discapito dei popoli e della natura; gli stati che oggi restano fondati su di una religione non riescono ad instaurare dei regimi democratici, le libertà individuali sono spesso poco rispettate e si possono constatare dei resti di totalitarismo.
La laicità non lede nessuno, al contrario, permette ad ognuno di vivere secondo la sua coscienza nel rispetto degli altri.

Merci Jérome!
Laura

l'altra effe ha detto...

Non ti leggevo da un pò. Ora trovo questo post davvero ben scritto e documentato. Concordo su tutto, Laura. La penso come te. E come il tuo amico Jerome, che ha saputo dire bene della laicità. Purtroppo tanti ne parlano, ma a sproposito. E pochi, specie tra chi è in Parlamento, la praticano davvero, intenti come sono a districare i problemi/dilemmi etici con l'ausilio della solita chiesa e del solito papa..senza mai affrontare davvero un confronto tra pari..
Ciao
F.

Anonimo ha detto...

http://it.youtube.com/watch?v=Iuj9xuKBXTQ

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