giovedì 28 agosto 2008

sabato 23 agosto 2008

D'amore di morte e di altre sciocchezze


Venite pure avanti, voi con il naso corto,
signori imbellettati, io più non vi sopporto !
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
perché con questa spadavi uccido quando voglio.
Venite pure avanti poeti sgangherati,
inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza
avrete soldi e gloria ma non avete scorza ;
godetevi il successo, godete finché dura
ché il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse
col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna
però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli ? L'arrivismo ? All'amo non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.

Facciamola finita, venite tutti avanti
nuovi protagonisti, politici rampanti ;
venite portaborse, ruffiani e mezze calze,
feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte ;
coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese
in questo benedetto assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch'io sono sbagliato,
spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato ;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.
Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz'ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore ;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d'essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo ma sono triste
perché Rossana è bella, siamo così diversi ;
a parlarle non riesco, le parlerò coi versi.

Venite gente vuota, facciamola finita :
voi preti che vendete a tutti un'altra vita ;
se c'è come voi dite un Dio nell'infinito
guardatevi nel cuore, l'avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso
che Dio è morto e l'uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali,
tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali ;
tornate a casa nani, levatevi davanti,
per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.
Io tocco i miei nemici col naso e con la spada
ma in questa vita oggi non trovo più la strada,
non voglio rassegnarmi ad essere cattivo
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo ;
dev'esserci, lo sento, in terra in cielo o un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un'ombra e tu, Rossana, il sole ;
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perché ormai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo

Cirano

venerdì 22 agosto 2008

2 citazioni


Purtroppo in questo periodo non ho tanto tempo per scrivere, quindi mi limiterò a due citazioni...
"La poesia non è di chi la scrive... è di chi gli serve!" (Mario Ruoppolo, Il Postino)
"Nella vita ci vuole coraggio, immaginazione e... un pò di soldi..." (Calvero, Limelight)



domenica 17 agosto 2008

Sognatori come me

Ad ognuno la propria concezione di paradiso....
Per me è un uomo che coccola il suo cane e mia zia Berthe.
http://it.youtube.com/watch?v=aycwxHB5d6I

A proposito, una canzone di R.G. si intitola "Escluso il cane" e fa così:
Chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
ma togli il cane
escluso il cane
tutti gli altri son cattivi
pressoché poco disponibili
miscredenti e ortodossi
di aforismi perduti nel nulla
chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
se togli il cane
escluso il cane
non rimane che gente assurda
con le loro facili soluzioni
nei loro occhi
c'è un cannone
e un elisir di riflessione
e tu non torni qui da me
perché non torni più da me
Chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
ma togli il cane escluso il cane
paranoia e dispersione
inerzia grigia e films d'azione
allestite anche le unioni
dalle ditte di canzoni
e tu non torni qui da me
perché non torni più da me.

lunedì 11 agosto 2008

12 agosto


Oggi, 12 agosto, è l'anniversario della strage che avvenne nel 1944 a Sant'Anna di Stazzema, dove i soldati nazisti uccisero 560 civili tra uomini donne e bambini. Le testimonianze dei bambini sopravvissuti che ebbero la sventura di assistere personalmente a quell'orrore sono davvero toccanti, e dal punto di vista storico un prezioso documento di una vicenda non molto conosciuta.
P.s. la foto sopra è stata scattata l'11 agosto 1944 e ritrae i bambini S. Anna mentre giocano nel cortile della scuola.



sabato 9 agosto 2008

C'era una volta in America


"é il tuo modo di vendicarti? No, è solo il mio modo di vedere le cose"
L'amore, l'amicizia, il tradimento, il ritorno, la delusione.
Ma mai, mai cambiare il proprio modo di vedere le cose! Perchè è l'unica cosa che possiamo, e dobbiamo a noi stessi...

mercoledì 6 agosto 2008


Caro Gianluigi,
questo MERAVIGLIOSO disegno che mi hai inviato mi ha fatto pensare ad un film che io, ti dirò, ho trovato davvero eccezionale: King Kong.
Parlo in particolare dell'ultima versione del 2005, quella con Naomi Watts. E subito una nota a parte per tale dolcissima creatura dagli occhi malinconici che interpreta il ruolo di un'attrice in cerca di fortuna (che non arriva mai, ed anzi, come a tutte le grandi persone, le è riservato un destino crudo e periglioso...)
Non per gli effetti speciali al computer, non per l'azione e l'avventura... a me in questo film ha colpito proprio la figura di King Kong. La sua solitudine, la sua incapacità di comunicare verbalmente con gli altri esseri umani, gretti e superficiali, eppure la sua umanità che si intravede dallo sguardo profondo e triste. Quando King Kong torna dalla sua donna, dopo aver lottato per sopravvivere in un assurdo mondo brutale, selvaggio cruento e spietato, stanco si appoggia ad una roccia, e guardando il tramonto, una lacrima scende sul suo viso...
Bhè, a volte le cose più belle si nascondono dove meno te le aspetti...per esempio in questo film...

lunedì 4 agosto 2008

Viaggio in metro (di Simone Seri)


Cielo azzurro intenso. Dalla piazza assolata scendo le scale che portano verso la metropolitana.
Gradino dopo gradino mi lascio la luce alle spalle e sprofondo inghiottito dal buio. E' un altro mondo. Mi infilo nel brulicare disordinato degli esseri che lo abitano. Sembrano formiche: frettolosi, sguardo basso, movimenti spasmodici. Riescono ad evitare i propri simili non so come. La scala mobile li aspetta e poi li insegue, ma loro vanno più forte, quasi scivolandoci sopra. Corridoio basso e profondo, neon ronzanti tremolanti sui due lati.
Un ragazzo mi viene incontro, fa l'inchino e porge un bicchiere: chiede una monetina. In cambio il suo amico suona una chitarra. Passo dopo passo sul linoleum sudicio sono quasi alla piattaforma. Tutti mi superano. E' una gara, ma non partecipo. Al traguardo, mi guardo intorno con aria di sufficienza. Solita domanda: hanno davvero così tanto da fare? Tabellone luminoso: un minuto all'arrivo del treno. Sopraggiungono altre formiche. L'enorme pancione di una ragazza magrissima sembra sul punto di scoppiare. Un bambino mette la punta di un piede oltre la striscia gialla, sfidando lo sguardo severo della mamma. Un ragazzo inginocchiato termina la sua preghiera, ignorato. Le formiche non indugiano con lo sguardo, non sono neanche curiose.
Da altoparlanti gracchianti una musica appena comprensibile. Sui binari cartacce e tappi di bottiglia, ma niente mozziconi di sigaretta. Prima ce n'erano tanti. In fondo alla galleria buio pesto all'infinito. Poi due puntini di luce. Si dilatano velocemente. Le formiche se ne accorgono, avanzano e prendono posizione. Ora sono in tante, mi accerchiano. Vogliono anche il mio posto, è chiaro. Cedo alla pressione di una signora grintosa col fazzoletto in testa, poi un omino calvo con valigetta rosicchia centimetri che ritiene preziosissimi. Rumore crescente di ferro e macchina: arriva il treno. Investito dall'aria, sono spettatore di un montaggio estremo: rammenti di visi, corpi e colori, colgo tutto e niente. Sbuffi e ferro, il montaggio rallenta, il treno si ferma.
Finestrini come schermi raccontano mille storie diverse. Raccontano di lavori pesanti e frustranti, di noia e stanchezza. Del desiderio di tornare. A casa, in superficie.
Giro lo sguardo: uno degli schermi mostra una creatura. Non sembra una di loro.
E' mora, coi capelli raccolti. Un golfino nero le protegge le spalle e lascia incustodito almeno metà seno, rotondo, generoso. La bocca serrata non tradisce emozioni, ma i suoi occhi sono vivi, coscienti, curiosi. Salirò e le andrò vicino, fingendo indifferenza, aspettando il momento propizio. Un sospiro, ecco la mia occasione:”Stanca?”. Sarà difficile farla uscire dall'iniziale diffidenza, ma quando sarà riuscito ad ottenere un primo sorriso, allora potrò sbilanciarmi, fare una battuta. Con cautela, per non dare un'idea sbagliata. Scopriremo di dover scendere alla stessa fermata e risaliremo insieme verso la luce. Di nuovo nel mondo di superficie, tra chiacchiere gradevoli e qualche silenzio. Condivideremo ovvietà sulle giornate che si accorciano, il freddo, l'arrivo dell'inverno. Parleremo ancora alla fermata dell'autobus, le risate si faranno più frequenti e
sonore. Sulla vettura qualche imbarazzo. La solita vecchia carica di buste brontolerà per l'ennesimo ritardo, l'autista risponderà con brusche frenate. Tutto sarà sospeso, fino a quella frase: “Alla prossima devo scendere”. Parentesi che si chiude. Invece no, lei mi sorprenderà con l'offerta di un numero di telefono, da richiamare al più presto. Non così presto, ripensandoci. Farò passare qualche giorno, il tempo di creare l'attesa, di farle domandare:”Chissà se chiamerà”. Tempo dopo mi svelerà le sue forme, il suo corpo premerà contro il mio. La sua voce al telefono diventerà familiare, i suoi sguardi e i suoi silenzi più comprensibili. Parlerà di me alle sue amiche:”Lui non è come gli altri...”. Uno sbuffo pesante. Si spalancano le porte. Un flusso fuoriesce dalle carrozze, un altro vi entra. Effetto centrifuga, indietreggio. Cerco un varco. Una formica si smarca e si incunea, il mio posto è suo. La creatura mora fa appena in tempo a cogliere il mio sguardo interessato. Le porte si chiudono. I finestrini si allontanano lentamente,
ricominciano a sfilare davanti ai miei occhi. Riparte ilmontaggio, sempre più veloce, sempre più incomprensibile. Tabellone luminoso: 4 minuti al prossimo treno.

venerdì 1 agosto 2008

Perchè non voto a sinistra

Si ricomincia. Era illusorio e prematuro, evidentemente, cantar vittoria e tessere le lodi di quel briciolo di umanità, razionalità e civiltà che pareva rimanere intatto baluardo in questo confuso Paese, e che si era espresso nella lettera della sentenza della Corte di Cassazione sul caso Eluana Englaro. Sentenza criticata da svariati punti di vista, tra cui mi ha colpito, di tale Sig. Giuliano Ferrara :"vita e morte non possono essere decise per legge".
Una curiosità: come possono essere decise dunque vita e morte? No perchè io ho sempre saputo e mi ero convinta del fatto che la convivenza sociale era regolata dalla legge; legge decisa dal Parlamento, espressione democratica e ponderata del pensiero comune. Poi per carità, esistono moltissime altre forme di organizzazione sociale, come la dittatura, in cui sulla vita e la morte decide il dittatore; oppure la monarchia, in cui decide il monarca; oppure l'anarchia, in cui ognuno fa come vuole... Insomma, ognuno scelga il suo.
Nella nostra repubblica democratica, a meno che, per l'appunto, non si contesti la nostra Costituzione, a decidere sulle cose è il Parlamento, ove i vari partiti eletti da tutti i cittadini prendono le decisioni. Tale è il lavoro per cui vengono pagati i Sigg. deputati, prendere decisioni.
Dunque proprio quest'oggi alla Camera tutti si accingevano a svolgere il proprio lavoro per cui si è retribuiti, ed in particolare veniva richiesto ai presenti di esprimere il proprio parere sulla devoluzione alla Corte Costtuzionale, per conflitto di attribuzione, del caso di E. Englaro deciso con sentenza della Corte di Cassazione poco tempo fa.
Il Partito Democratico ha pensato bene di non votare, di astenersi. Di non esprimere il proprio punto di vista in merito ad una questione che ha sollevato il dibattito nazionale negli ultimi giorni. Probabilmente la giustificazione sarà data nel fatto che la questione è per l'appunto troppo importante, riguardante la coscienza di ognuno...insomma non bisogna scontentare gli elettori di sinistra laici nè gli elettori di sinistra cattolici. E ce ne sono molti, questo si sa. Mica che si possono perdere così.
Ora, quando io ero più piccina, e non avevo ancora diritto al voto, mi professavo di sinistra. I valori di solidarietà sociale e laicità erano gli argomenti che più mi avevano tirato da quella parte. Oggi che ho diritto al voto, io non lo darò mai ad un partito che non ha chiaro a quali valori fondamentali di base si ispira e che tradisce di continuo il concetto stesso di "sinistra" per come molti di noi l'hanno in mente. E non trovo assolutamente strano, nè condannabile, che la maggioranza dei cittadini italiani, alle ultime elezioni, abbia votato Berlusconi ed il polo delle libertà, che trovo, a differenza della sinistra italiana, almeno coerente con sè stesso.