sabato 19 gennaio 2008

Danza...




Il filo conduttore è sempre il cinema…

Volevo scrivere qualcosa sulla danza, e mi è immediatamente venuto in mente un film da poco riproposto in televisione: Billy Elliot. Non so quanti di Voi l’abbiano visto, ma a chi non avesse avuto ancora questa occasione, io consiglio con tutto il cuore di non perdersi questo piccolo gioiello cinematografico. La storia è quella di un ragazzino appena adolescente costretto dal padre a frequentare degli allenamenti di pugilato, tipico sport “da uomo”.

Billy però non pare minimamente coinvolto ad apprendere come si sferza un sinistro o come ci si protegge il setto nasale, ed annoiato si ritrova, quasi senza accorgersene, ad assistere alle lezioni di danza che si svolgono poco lontano dal ring.

Gli occhi di Billy, allora, si riaccendono, ed i suoi piedi, senza volerlo, cominciano a battere il tempo.

Presto la maestra coinvolge il ragazzo all’interno del suo corso di ballo e Billy dimostra di avere talento da vendere e un’attitudine naturale al ritmo e al movimento.

Sarà molto dura far accettare a suo padre e a suo fratello maggiore, minatori impegnati in rivendicazioni politiche di categoria (“veri uomini…”) la sua “strana” passione per il balletto, ma alla fine la bellezza e l’armonia della danza ed il talento del figlio supereranno diffidenza e pregiudizi…
Un film un po’ più “pesante”, invece, sempre sul tema della musica e della danza, è Dancer in the dark. Non ho potuto fare a meno di vedere questo film più volte, nonostante ogni volta fosse come un pugno allo stomaco, tanta l’intensità e la sofferenza che riesce a trasmettere…
Selma è un’operaia immigrata con una grave malattia agli occhi che la condurrà progressivamente alla cecità. La sua vita è fatta di mille difficoltà, deve occuparsi di suo figlio, anche lui malato agli occhi, il lavoro è ripetitivo e sempre più stancante, in più subirà una serie di terribili ingiustizie e prevaricazioni.

Nel film ci sono come due realtà: la realtà della fabbrica di Selma, con i suoi rumori duri e assordanti, la vita sempre più difficile, con il silenzio assordante dell’indifferenza e della violenza.

E poi la realtà che solo Selma può “vedere”, quella che lei crea con la fantasia, fatta di musica, di ritmo, di ballo, di sorrisi, storie, balletti, canzoni e mille personaggi, ognuno con il suo ruolo, proprio come in un fantastico musical…
Selma attraverso la musica trasforma la realtà e riesce a sopportarla e ad andare avanti.

Questo, forse, è il significato della danza, come della poesia, e dell’arte in generale… Attraverso di essa noi possiamo immaginare, viaggiare, creare, e sopportare meglio una realtà che, purtroppo, non sempre ci accarezza l’anima dolcemente.
Come fa un ballerino quando danza…

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