lunedì 7 aprile 2008

Esempio di saggezza

Fine del discorso pronunciato ieri dal Dalai Lama a Dharamsala, India:

"Ospitare i Giochi Olimpici quest'anno è motivo di grande orgoglio per il miliardo e duecento milioni di cinesi. Fin dall'inizio ho appoggiato la decisione di disputare le Olimpiadi a Pechino. La mia posizione è immutata. Credo che i tibetani non dovrebbero ostacolare in nessun modo i Giochi: ma è diritto legittimo di ogni tibetano lottare per la propria libertà e il rispetto dei propri diritti. D'altro canto, sarebbe inutile e non gioverebbe a nessuno se facessimo qualcosa che creasse odio nell'animo del popolo cinese. Al contrario: dobbiamo favorire la fiducia e il rispetto nei nostri cuori al fine di creare una società armoniosa, in quanto essa non può nascere sulla violenza e l'intimidazione. La nostra lotta è contro alcuni esponenti della leadership della Repubblica Popolare Cinese e non con la popolazione cinese. Pertanto non dovremmo mai dare adito a incomprensioni o fare qualcosa che possa nuocere alla popolazione cinese. (...) Se l'attuale situazione in Tibet dovesse perdurare, temo che il governo cinese possa esercitare ancora più forza e aumentare l'oppressione del popolo tibetano. (...) Ho ripetutamente chiesto alla leadership cinese di fermare immediatamente l'oppressione in ogni zona del Tibet e di ritirare i suoi soldati e le sue truppe armate. Se ciò desse risultati, consiglierei ai tibetani di interrompere le proteste. Voglio sollecitare i miei concittadini tibetani che vivono fuori dal Tibet a essere quanto mai vigili. (...) Non dovremmo impegnarci in nessuna azione che possa anche minimamente essere considerata violenta. Perfino in presenza di provocazioni, non dobbiamo mai permettere che i nostri valori più preziosi e profondi siano compromessi. Credo fermamente che conseguiremo il successo seguendo la strada della non-violenza. Dobbiamo essere saggi, comprendere da dove nascono l'affetto e il supporto dimostrati senza precedenti per la nostra causa. Infine, desidero ripetere ancora un'ultima volta il mio appello ai tibetani affinché pratichino la non-violenza e non si allontanino mai da questo cammino, per quanto grave possa essere la situazione. "

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