giovedì 14 febbraio 2008

Alla frutta

Caro Anonimo,
Ti chiamo così per rispettare la Tua volontà di rimanere in incognita, anche se non la condivido, perché questo blog è nato proprio con l’idea di confrontarsi e discutere, qualsiasi opinione o punto di vista è bene accetto, e personalmente trovo giusto che ogni idea abbia la sua paternità.
Il Tuo racconto è molto carino, ma sinceramente non ho ben capito quale sia la pertinenza con il post a cui si riferisce.
Nella Tua metafora io dovrei essere la ragazza che si infuria per una pretesa, inesistente ingiustizia, ed il magnanime signore la Chiesa che si fa esempio di perdono bontà e superiorità.
Non credo che sia così.
Io penso che le dichiarazioni di Nicolò Anselmi siano molto gravi. Innanzitutto il sacerdote non ha espresso una sua semplice opinione personale sul film, cosa che sarebbe stata del tutto legittima in quanto critica cinematografica. L’Anselmi è un alto rappresentante della CEI, e in quanto tale si fa portavoce di tutta un’istituzione, la Chiesa, e si rivolge ad un numero enorme di persone, dando delle precise indicazioni ai fedeli sul corretto comportamento che questi dovrebbero tenere per essere dei buoni cattolici.
Pertanto, non credo che esprimere un’opinione sulle dichiarazioni fatte sia una sciocchezza da nulla, sia in poche parole, come da Tua metafora, una polemica pretestuosa.
Io trovo gravissimo, oltre che privo di senso, che la Chiesa si esprima anche in merito al contenuto di un film. Un film, un libro, un’opera teatrale, sono opere d’arte, ed in quanto tali, secondo me, sono, dovrebbero essere, prive di censura.
Quale forma espressiva richiede maggiore spazio di liberta di un’opera d’arte?
Non stiamo parlando di un film che è andato in onda in prima serata sulla rete pubblica nazionale, ma di un film (vietato ai minori di 12 anni) che è uscito nelle sale cinematografiche, senza autoimporsi a nessuno, ed ognuno è libero di andarlo a vedere oppure no. A seconda dei suoi gusti, delle sue inclinazioni, della sua libera scelta.
Ma una volta che si è deciso di andarlo a vedere, non si può sindacare sui suoi contenuti! Dire che avrebbe dovuto dire questo o quello, esprimere tale o talaltra morale, in questo o in quest’altro modo. Può piacere o non piacere, ma non può essere cambiato.
Se vogliamo andare ancora un po’ più a fondo, poi, l’essere umano ha i suoi lati oscuri, questo neanche la Chiesa lo nega, credo, e dove rappresentarli, dove descriverli, se non in un film, o in un libro?
Dopo tanti anni di oscurantismo, di battaglie contro la censura, a favore della libertà di opinione e di espressione, non si può rimanere indifferenti, almeno, io non ci sono riuscita, di fronte a certe dichiarazioni pubbliche. Perché se la Chiesa deve intromettersi anche nell’arte, indicando come deve essere fatta, bhè, io credo che stiamo proprio alla frutta. E credo che sia giusto, e non pretestuoso, esprimere la propria opinione in merito.

1 commento:

Anonimo ha detto...

C'era una piccola zanzara assai furba e spavalda. Stanca di giocare con le solite amiche, decise un giorno, di lanciare una sfida al Re della foresta. Si presentò così davanti al sovrano che era il leone e lo salutò con un rispettoso inchino.
Il grande Re che era intento a schiacciare uno dei suoi pisolini più belli lungo la riva di un fiume, lanciò una distratta occhiata all'insetto. "Oh! Buongiorno". Rispose Sua Maestà spalancando la bocca in un possente sbadiglio.
La zanzara disse: "Sire, sono giunta davanti a Voi per lanciarvi una sfida!" Il leone, un po' più interessato, si risvegliò completamente e si mise ad ascoltare.
"Voi " continuò l'insetto "credete di essere il più forte degli animali eppure io dico che se facessimo un duello riuscirei a sconfiggervi!" Il Sovrano divertito disse: "Ebbene se sei tanto sicura, proviamo!" In men che non si dica il piazzale si riempì di animali d'ogni genere desiderosi di assistere alla sfida. La "Singolar Tenzone" ebbe inizio e l'insetto andò immediatamente a posarsi sul largo naso dell'avversario cominciando a pungerlo a più non posso. Il povero leone preso alla sprovvista tentò con le sue enormi zampe di scacciare la zanzara ma, invece di eliminarla, egli non fece altro che graffiarsi il naso con i suoi stessi artigli. Estenuato, il Re della foresta, si gettò a terra sconfitto. Così, la piccola zanzara fu acclamata da tutti i presenti.
Levandosi in volo colma di gioia, la zanzara non si accorse però della tela di un ragno tessuta tra due rami e andò ad imprigionarvisi proprio contro. Intrappolata in quell'infida ragnatela scoppiò in lacrime, consapevole del pericolo che stava correndo. Fortunatamente il leone, che aveva assistito alla scena, con una zampata distrusse la tela e liberò la piccolina dicendo: "Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!"
La zanzara, da quel giorno imparò a tenere a freno la propria spavalderia.

Esopo